IL LICEO DI CECCANO ASSISTE ALLO SPETTACOLO TEATRALE  “DILUVIO UNIVERSALE” CON I DETENUTI DEL CARCERE DI FROSINON

IL LICEO DI CECCANO ASSISTE ALLO SPETTACOLO TEATRALE  “DILUVIO UNIVERSALE” CON I DETENUTI DEL CARCERE DI FROSINONE

di Emily Buraglia (5F)

Anche quest’anno il nostro Liceo ha aderito all’invito dell’associazione “Errare persona” a partecipare ad un progetto molto interessante e formativo. Lo scorso 19 aprile, nella sala teatrale della casa circondariale di Frosinone si è tenuto lo spettacolo intitolato “Diluvio Universale” (regia di Damiana Leone) e abbiamo avuto l'opportunità di vivere un'esperienza straordinaria, assistendo ad una rappresentazione teatrale unica, messa in scena dai detenuti stessi.

Quel giorno, l'atmosfera che abbiamo trovato all'interno di quelle mura non è stata quella cupa che molti di noi si aspettavano ma aveva un'energia diversa, carica di emozioni e di speranza. Mentre prendevamo posto tra il pubblico, osservando il palcoscenico ben attrezzato e curato e i detenuti esibirsi come veri e navigati attori, abbiamo avvertito una vasta gamma di emozioni, dalla curiosità all’eccitazione, che hanno suscitato un forte interesse in tutti noi.

Il titolo della rappresentazione era appunto “Diluvio Universale” e la storia raccontava di animali che, pur di riuscire a salvarsi dalla catastrofe, hanno dovuto cambiare completamente la loro natura modificando tutto ciò a cui erano sempre stati abituati per riuscire a convivere in maniera civile e nel rispetto l’uno dell’altro. Lo spettacolo era incentrato sulle difficoltà dell’intero processo e su quanto possa essere complicato, ma alla fine, l’impegno, la disciplina nel rispetto delle regole e il passare del tempo hanno portato questi animali così diversi ed istintivamente incompatibili, molti dei quali con un’indole aggressiva o truffaldina, ad imparare a convivere, al fine di formare una società equilibrata e pacifica. 

Le performance sono state intense e coinvolgenti. C’era qualcosa di veramente profondo in esse e i messaggi civici e morali che infondevano le varie scene sono stati particolarmente apprezzati. C'erano verità crude e autentiche nei gesti  e nelle parole pronunciate dai detenuti, verità che trasmettevano le loro esperienze, le loro gioie e i loro dolori. Abbiamo visto nella loro performance un realtà fatta di desideri, speranze e fragilità.

Ma ciò che ci ha colpito di più sono state  la dedizione e la passione nel processo creativo. Avendo avuto l'opportunità di parlare con la regista, i detenuti e gli operatori del carcere dopo lo spettacolo, abbiamo potuto capire quanto fossero profondamente coinvolti e quanto per loro fosse importante ciò che stessero facendo. Abbiamo percepito le difficoltà, l'imbarazzo, le paure, la tensione di questi attori, dato che nel momento in cui ci si espone in una tal maniera si è inevitabilmente sottoposti ad un giudizio, il che non è facile da gestire. Il teatro non è solo un modo per passare il tempo o distrarsi dalla realtà nella quale si trovano, ma una forma di espressione e di catarsi, un modo per affrontare e condividere le proprie esperienze ed emozioni. 

La regista Damiana Leone ha fatto un lavoro fantastico per i detenuti, per il sistema penitenziario e per la società tutta, grazie alla disponibilità della direttrice della casa circondariale e degli educatori (presenti in sala), dal momento che progetti come questo contribuiscono in modo molto efficace alla rieducazione dei detenuti, al loro benessere psicologico e alla loro crescita umana e culturale.

Una frase che mi è rimasta particolarmente impressa nella mente è stata:  “immaginate quanto sia difficile interpretare il ruolo di animale da coloro che quotidianamente vengono considerati tali”. Abbiamo percepito una critica ai pregiudizi, un invito a non dare tutto per scontato e a non fermarsi all’apparenza. Abbiamo ricevuto un promemoria su quanto sia sottile la linea che ci divide e su quanto possa essere facile trovarsi dall’altro lato, da un momento all’altro. 

L'obiettivo del teatro in carcere è principalmente quello di sviluppare un percorso rieducativo e di preparazione al reinserimento sociale per i detenuti, come del resto prescritto dall’art. 27 della Costituzione italiana che vede nella rieducazione del condannato una delle più importanti funzioni della pena.. 

Anche il nostro Liceo da anni svolge un progetto di laboratorio teatrale, al quale partecipano molti studenti, che si rivela un’attività davvero efficace per lo sviluppo armonico della personalità e di sane competenze relazionali, fondamentali per il vivere in società.